Neurotecnologie, transumanesimo e privacy mentale
La ricerca sulle neurotecnologie promette una rivoluzione transumana: utopia o distopia?
L’articolo parla delle recenti innovazione nel campo delle neurotecnologie, a partire dall’esempio dell’azienda Neuralink di Elon Musk, fino ad altre ricerche che permetterebbero addirittura di leggere e decodificare i pensieri di una persona. Nell’articolo ci interroghiamo sui rischi di uno scenario del genere, ma anche delle opportunità. Un futuro transumano deve anche necessariamente essere un futuro distopico?
Elon Musk torna a parlare di Neuralink, azienda di ricerca impegnata nello sviluppo di soluzioni ingegneristiche in grado di interfacciarsi con il cervello e aiutare persone invalide a riacquistare funzioni motorie e audio-visive. Dice che nell’arco di sei mesi inizieranno finalmente le sperimentazioni umane.
Neuralink sviluppa un chip chiamato Link, che in gergo viene chiamato brain-computer interface (interfaccia cervello-computer) e promette dei piccoli miracoli, come si può leggere dal sito web:
We are designing the Link to connect to thousands of neurons in the brain, so that it may one day be able to record the activity of these neurons, process these signals in real time, and translate intended movements directly into the control of an external device. […] As users think about moving their arms or hands, we would decode those intentions, which would be sent over Bluetooth to the user’s computer.
Per ora, il chip di Neuralink potrebbe consentire a persone quadriplegiche di utilizzare un computer e relativi dispositivi Bluetooth con il pensiero, senza bisogno di apparecchiature esterne. Un risultato non da poco, ed è solo l’inizio.
Lo ammetto: da appassionato di sci-fi e cyberpunk (da non confondere con il movimento Cypherpunk) non posso che cedere di fronte al fascino delle neurotecnologie e all’idea di poter assaporare un mondo transumano, in cui la tecnologia si unisce all’essere umano per superare limiti naturali biologici e migliorare le nostre capacità fisiche e cognitive — come nel videogame Deus Ex o nel film d’animazione Ghost in the Shell.
Mi rendo conto però che un mondo del genere potrebbe essere più distopico che utopico: ci sono infiniti modi in cui tecnologie del genere potrebbero essere usate contro le persone e non per le persone. Presto, la privacy mentale potrebbe diventare un tema molto rilevante.
Elon Musk però non è l’unico impegnato nella ricerca nel campo delle neurotecnologie. In tutto il mondo stanno nascendo start-up che hanno come obiettivo quello di sviluppare e commercializzare prodotti consumer (quindi non dispositivi medici) pronti a interfacciarsi con il cervello umano.
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