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Orizzonte 2030: cittadini o codici a barre?
La trasparenza è sempre più condizione necessaria di cittadinanza. Il cittadino modello è un codice a barre con le gambe, liberamente scansionabile dallo Stato in ogni momento.
Il codice a barre è un elemento grafico costruito per essere scansionato da un sensore, che poi restituisce una serie di informazioni. Grazie ai codici a barre possiamo conoscere in tempo reale cosa sono i prodotti che troviamo nei negozi e nei magazzini, da dove vengono, chi li produce, quanto costano e tanto altro.
Da qualche tempo abbiamo imparato a usare codici a barre per identificare e ottenere informazioni non solo sulla merce, ma anche sulle persone. Ad esempio col green pass — usato per conoscere alcune qualità personali di ognuno di noi e valutare se avessimo diritto di lavorare, viaggiare, visitare i nostri familiari in ospedale o partecipare a eventi pubblici.
Il codice a barre per me è un simbolo che racchiude l’ideologia di chi vorrebbe trasformare lo stato in un sensore capace di scansionare in tempo reale i cittadini, grazie alla diffusione sempre più capillare di pratiche di sorveglianza e di controllo di massa.
Inversione di un paradigma
Il paradigma che caratterizza il rapporto tra stato e cittadini si è completamente ribaltato.
Se lo stato è espressione democratica del potere e volere del popolo, allora uno stato virtuoso dovrebbe essere totalmente trasparente sia nei suoi processi interni che nelle sue decisioni, così da essere scrutinabile e controllabile dai cittadini. Quante volte sentiamo parlare, anche in Italia, di “amministrazione trasparente”?
Nella realtà, è sempre più vero invece l’opposto: è lo stato che chiede ai suoi cittadini di essere completamente trasparenti di fronte a processi burocratici oscuri, ambigui e spesso imperscrutabili — quasi Kafkiani.
La trasparenza dei cittadini è quindi sempre più condizione di cittadinanza.
Il cittadino modello è un codice a barre con le gambe: immediatamente e sistematicamente scansionabile e controllabile dallo stato, attraverso sorveglianza di massa, processi decisionali automatizzati ed economia comportamentale.
Questo Dio-Stato tecnocratico ci chiede, con ogni pretesto possibile, di sacrificare volontariamente i nostri valori più importanti e fondamentali: vita, proprietà, libertà, privacy… per ottenere in cambio una parvenza di sicurezza (fisica, economica, sociale) e una catena al collo sempre più stretta e corta.
Ciò che abbiamo ottenuto, nel corso degli ultimi cento anni, è invece meno libertà e meno sicurezza.
I pochi fuori da questo perverso sistema sacrificale che pretendono il rispetto della loro libertà e privacy sono mal visti dai concittadini virtuosi senza nulla da nascondere — pronti a condannarli ed escluderli dalla società a fronte del peccato più grande di tutti: rifiutarsi di sacrificare la propria vita per servire la “collettività”.
Totalitarismo tecnocratico
Ayn Rand diceva che ci sono due idee alla base di ogni totalitarismo:
la rinnegazione della ragione a favore della fede
la rinnegazione dell’interesse personale a favore del sacrificio personale
La peculiare trasformazione del cittadino in un codice a barre con le gambe che lo stato può scansionare e giudicare in tempo reale per me è proprio una chiara conseguenza di questi due fattori.
Sempre più persone, masse di zombie senza valori, rinnegano razionalità e ragione per seguire ciecamente ogni false flag e narrativa che arriva da mass media, fact-checker e politici di ogni tipo, con una fede cieca nel Dio stato.
Gli zombie fedeli al Dio Stato non chiedono altro di essere rassicurati quel tanto che basta per farli stare tranquilli — nonostante tutto intorno a loro stia crollando — e un pizzico di libertà su binari che possa dargli una parvenza di vera libertà. In cambio questo Dio Stato, che si nutre sempre più dei nostri dati e delle nostre esperienze, ci chiede di rinunciare a privacy, proprietà e libertà.
Io credo che sia arrivato il momento di valutare una nuova visione di esistenza umana, fondata su una moralità individualista che abbia al suo centro privacy, libertà e ricerca della felicità. Questa nuova moralità deve essere fondata sull’interesse personale e sulla ragione, non sul sacrificio personale e sulla fede cieca nel Dio Stato.
Dobbiamo riconoscere e affermare che nulla giustifica il sacrificio di privacy e libertà; neanche il terrorismo, la guerra o i crimini più efferati.
Dobbiamo contestare l’idea della sorveglianza di massa come strumento per ottenere sicurezza. La sorveglianza indiscriminata non risolve alcun problema e non è uno strumento di prevenzione del crimine. E anche se lo fosse, non sarebbe comunque giustificabile.
Anche alla Privacy Week 2022
Di questo tema ho parlato anche lunedì 26 settembre 2022 durante l’apertura della Privacy Week, con un panel dal titolo “Orizzonte 2030: cittadini o codici a barre”.
Il discorso, di circa 20 minuti, è già disponibile on-demand sul sito della Privacy Week, per chi volesse.
Orizzonte 2030: cittadini o codici a barre?
Sacrosanto,ma a mio avviso manca tutta la parte sulla garanzia di Sicurezza e relativa Responsabilità che non viene mai fornita.